Siracusa
Siracusa, città suggestiva del Mediterraneo dove s’incontrano miti, leggende e tradizioni millenarie, capace di esprimere tutta la varietà e la complessità culturale della Sicilia dalla preistoria ai nostri giorni, si trova sulla costa sudorientale della regione. Con la necropoli di Pantalica che si trova vicino alla città è stata definita Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2005. In tempi antichi fu una delle metropoli più popolate e più grandi del mondo, oltre che una delle più belle città della Magna Grecia.
Il nome della città deriva da un termine siculo, Syraka, che significava “abbondanza d’acqua”, nome conferito sicuramente per via della zona paludosa e dei tanti corsi d’acqua limitrofi. Attorno all’isola di Ortigia su cui sorge il centro storico, in periodo Greco e Romano vennero realizzati altri quartieri: ragion per cui il nome in lingua greca e latina è al plurale (Syracusae).
Siracusa fu città egemone della Magna Grecia: moltissime sono le testimonianze ancora visibili dello splendore e della potenza di un centro capace di tenere testa a Cartaginesi e Romani. Ai tempi del suo massimo potere la città era molto fortificata: culmine di tali fortificazioni era il Castello Eurialo, all’estremo del quartiere Epipoli, voluto dal tiranno Dionisio I, che è al giorno d’oggi l’unico esemplare di fortezza greca non solo ancora intatta, ma anche mai espugnata. Altri importanti monumenti dell’epoca greca sono i Templi di Zeus e di Apollo, il più antico presente in Sicilia.
Scriveva Cicerone che era fra le città più belle e più grandi del mondo classico «al pari di Atene, Cartagine e Roma». Il suo primo nucleo urbano si insediò nell’isola di Ortigia, oggi legata a Siracusa tramite il Ponte Nuovo che attraversa il canale detto Darsena che unisce i due porti, il Porto Grande e il Porto Piccolo, chiamato anche Marmoreo. Già ad un secolo dall’insediamento greco Ortigia era però satura di abitanti, così questi, trasferitisi sulla terraferma, cominciarono ad estendere il loro dominio entrando in conflitto con Etruschi, Cartaginesi, Ateniesi e Romani. Nel periodo della sua massima espansione, infatti, Siracusa si estendeva su di una vastissima area articolandosi in cinque quartieri: l’isola di Ortigia, Acradina, Tiche, Nespoli ed Epipoli, culminante nel Castello Eurialo.
Siracusa fu poi città romana, bizantina, araba, normanna, sveva, angioina, spagnola; gode di una peculiare ambientazione naturale e urbana: il centro storico sorge infatti, come detto, sull’isola di Ortigia. Visitare Ortigia, l’anima di Siracusa, è un’esperienza emozionante: un lungo viaggio, in un ristretto spazio incorniciato dal suo splendido lungomare, tra templi greci e chiese cristiane, palazzi svevi, aragonesi e barocchi, cortili e vicoli arabi, belle piazze e tanto altro ancora.
La visita ad Ortigia può svilupparsi seguendo tre itinerari ideali: l’Asse Sacro, il percorso Decumano ed il perimetro esterno. Un consiglio: passeggiate con il naso all’insù, per non perdere l’emozione della continua scoperta degli inaspettati scorci che questi percorsi racchiudono.
L’Asse Sacro conduce dal Tempio greco dedicato ad Apollo al massimo edificio religioso dell’antichità, il Tempio di Atena, oggi Cattedrale, per giungere alla Piazza del Duomo (tempio dorico costruito su insediamenti siculi, poi basilica bizantina, chiesa normanna, tardo rinascimentale e infine barocca).
Il Tempio di Apollo è, come detto, il più antico tempio greco presente in Sicilia – databile intorno al sesto secolo a.c. e fu in seguito tramutato in chiesa bizantina e poi moschea durante la dominazione araba; in periodo normanno vi fu edificata la Chiesa del Salvatore, e in epoca spagnola divenne caserma. Grazie agli scavi di Paolo Orsi negli anni Trenta del Novecento, furono riscoperte le reali origini dell’edificio. Le 42 imponenti colonne, oltretutto monolitiche, furono probabilmente trasportate via mare. Il Tempio di Athena, tempio dorico risalente al secolo V a.c., fu tramutato in chiesa già in epoca bizantina; i Normanni vi aggiunsero gli splendidi mosaici dell’abside mentre il pavimento policromo è del secolo XV. Dopo il terremoto del 1693 il Duomo di Siracusa fu ricostruito con una facciata ed un altare maggiore in stile barocco. Incredibile fusione del culto cristiano col culto pagano, il Duomo è ancora oggi chiamato in alternativa Tempio di Atena.
La Piazza Duomo di Siracusa è una delle più suggestive ed incantevoli piazze italiane: di forma semiellittica, vi si affacciano edifici antichissimi e incredibilmente ricchi di storia, dal Tempio di Atena al seicentesco Palazzo Senatorio e al medievale Palazzo Vescovile con il suo giardino pensile, oltre alla barocca Chiesa di Santa Lucia alla Badia. Si affaccia su piazza Duomo anche il Museo Nazionale, dove sono conservati incredibili reperti testimonianze della ricchezza, dello splendore e della longeva storia di Siracusa.
Il percorso Decumano attraversa la Piazza di Archimede, con al centro la fontana che riecheggia il mito di Artemide, per continuare immerso nello sfarzo dei palazzi barocchi. La magnifica Fontana di Diana è stata realizzata da Giulio Moschetti e racconta della ninfa Aretusa in fuga da Arfeo e protetta dalla Dea. Affacciati sulla piazza sono mirabili palazzi, sintesi della storia di Siracusa e della Sicilia intera: il palazzo del Banco di Sicilia con uno splendido portale, il Palazzo Pupillo, leggermente convesso, Settecentesco; il Palazzo Gargallo, seicentesco, palazzo Lanza – Bucceri, il palazzo della Banca d’Italia, originariamente quattrocentesco, anche detto “palazzo dell’orologio” e così via.
Il Perimetro esterno si avvia dalla fonte Aretusa, incastonata nell’incantevole scenario del Porto Grande, la cui esistenza è legata ad una leggenda: Aretusa, ninfa di Artemide, dea della caccia, nell’attraversare l’Alfeo, un fiume che scorre non lontano da Corinto, si sentì tanto soffocare dall’abbraccio del fiume che, guadagnata la riva, implorò Artemide di liberarla dai desideri d’amore di Alfeo. La dea la condusse allora attraverso i sentieri sottomarini dell’Egeo fino all’Isola di Ortigia, trasformandola in fonte. La disperazione di Alfeo fu tale da raggiungere anche lui Ortigia e confondere le sue acque con quelle di Aretusa. Il mito delinea un congiungimento spirituale diretto tra la Grecia e Siracusa. L’itinerario prosegue con il Castello Maniace, circondato in gran parte dal mare, e i bastioni rimasti a ricordo delle antiche fortificazioni spagnole.
Lasciata Ortigia si raggiunge la città moderna, che nel tempo ha inglobato parte del suo patrimonio archeologico: le Latomie dei Cappuccini, la Chiesa e le Catacombe di San Giovanni Evangelista, il Santuario di Demetra e Kore.
Imperdibile davvero è poi il Parco della Neapolis con il Teatro greco (il più grande giunto fino a noi dall’antichità), l’Anfiteatro romano, l’Ara di Ierone II, le Latomie del Paradiso e di San Venera, la Grotta dei Cordari e l’Orecchio di Dionisio (nel quale, secondo la leggenda, Dionisio il Vecchio, grazie all’eco eccezionale, avrebbe potuto ascoltare, non visto, i suoi nemici) riesce a dare le suggestioni di un luogo dove ancora si fondono natura, storia e mito.
Un altro percorso che vi suggeriamo riguarda invece il patrimonio ambientale di Siracusa: ovvero un’escursione lungo le pareti scoscese delle cosiddette latomie. Si tratta di architetture naturali a tutti gli effetti, nate da rocce incavate, che in età greco-romana servirono al rinvenimento di materiale per l’edificazione di Siracusa. Lungo i sentieri verrà naturale crearsi scenografie di vita primordiale! Una delle più suggestive è la Latomia del Paradiso presso la quale si apre il sopracitato “Orecchio di Dionisio”, una profonda architettura artificiale archiacuta, a forma di S famosa per i sorprendenti effetti d’eco e di risonanza.
Se invece volete provare un brivido, andate indietro nel tempo visitando la Siracusa sotterranea con le sue straordinarie Catacombe Cristiane, le più grandi dell’isola. Quelle di Santa Lucia, presso la chiesa di Santa Maria del Gesù, comunicano con quelle ancora non del tutto esplorate di Vigna Cassia, le quali culminano all’incirca a ridosso del Foro Italico, lungo il molo della Marina. Attraversano, in pratica, quasi tutta la città. Per concludere questo itinerario meno usuale ma, di certo, ugualmente emozionante, a Palazzo Bianca ad Ortigia sarà possibile visitare i cosiddetti Bagni Ebrei… e tra le infinite varietà di granite, ottime quelle alla mandorla e al pistacchio, avrete modo di godervi un attimo di relax presso il silenzio e la tranquillità della Fonte Aretusa.
Passiamo ora ai piatti tipici: imperdibile in generale è il pesce fresco, cucinato ad esempio con la ricetta della ghiotta, una zuppa di mare; i cavati alla siracusana sono invece conditi con sugo di maiale, e gli spaghetti alla siracusana con acciughe e mollica; per i dolci, vi consigliamo la cassata siracusana, che nella ricetta prevede di utilizzare la glassa ma bensì il pan di spagna; la giuggiulena, torrone natalizio a base di sesamo. Produzioni tipiche del siracusano sono poi i limoni di Siracusa e le patate novelle di Siracusa, oltre al Moscato DOC.
Come del resto avviene nella maggior parte della Sicilia, le feste più sentite sono quelle religiose. Siracusa è in particolare famosa per le celebrazioni di Santa Lucia il 13 dicembre: a piedi scalzi i fedeli accompagnano una processione che va dal Duomo a Santa Lucia Fuori Le Mura. Cavalieri in abiti settecenteschi accompagnano la Carrozza del Senato, ove si trova il simulacro: esemplare magnifico di barocco siracusano. Molto suggestiva la processione dell’Assunta il 15 agosto, che arriva fino in mare, oltre alla Festa dell’Immacolata e quella della Madonna delle Lacrime.
Tra i personaggi più celebri ed importanti a cui Siracusa ha dato i natali possiamo citare i grandi Elio Vittorini e Vincenzo Mirabella, scrittori, il doppiatore Tonino Accolla e diversi drammaturghi, poeti, oratori e filosofi della Magna Grecia. Ma il più grande ed immortale di tutti è indubbiamente Archimede, uno dei più grandi scienziati della storia dell’umanità.
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