Selinunte
Tante sono le attrattive che contraddistinguono l’antica Selinunte, in provincia di Trapani, il piccolo borgo marinaro che ebbe un ruolo di primo piano nella storia della Sicilia antica: il parco archeologico greco più grande del mondo (come estensione è più grande di quello della città di Atene), il caratteristico porticciolo, dove tutti i giorni si svolge l`asta del pesce, la riserva naturale del Belice con spiagge che sorgono sotto l’acropoli all’interno della riserva incontaminata.
Gli storici antichi sono concordi nel dire che essa fu fondata da coloni provenienti da Megara Hyblaea nel corso del VII sec. a.C.. Il nome di Selinunte deriva dal greco Sèlinon, termine con cui veniva designato l’Appio (sorta di prezzemolo selvatico), che cresceva abbondante nella zona e che compare anche sulle prime monete coniate dalla città. La vita di Selinunte fu breve – circa 200 anni, durante i quali la città conobbe uno sviluppo molto forte ed arrivò ai 100 mila abitanti; le guerre con la vicina Segesta tuttavia erano continue, e fu proprio da Segesta che partì la richiesta di aiuto a Cartagine, il cui esercito distrusse Selinunte nel 409 a.C.; fu poi ricostruita in epoca punica, e definitivamente distrutta dai Romani circa 200 anni più tardi. I templi subirono danneggiamenti sia per via dei conflitti sia per l’azione naturale ed i fenomeni sismici, e tuttavia innalzano ancora al cielo le loro imponenti colonne.
Nella macchia mediterranea, si distinguono tre zone del parco archeologico di Selinunte: la prima sulla collina orientale, la seconda sulla collina occidentale e a nord l’Acropoli. Tra i templi i primi ad apparire alla vista sono il tempio dedicato ad Hera, risalente al V sec. a.C. e quello probabilmente dedicato ad Apollo che era di dimensioni enormi. L’Acropoli era cinta da mura fin dal VI-V sec. a.C. e seguiva uno schema con tre arterie che si incrociavano ad angolo retto, intersecate a loro volta da strade più piccole dove sorgevano edifici pubblici e religiosi e alcune abitazioni delle classi sociali elevate.
Passata la Porta Nord si può vedere l’imponente struttura a tre livelli formata da due gallerie sovrapposte sulle quali si aprivano archi per gli spostamenti delle macchine e dei soldati. Proseguendo, a sinistra del decumano maggiore dall’acropoli compare il Santuario della Malophoros, eretto in onore di Demetra Malophoros (colei che porta il melograno), dea della vegetazione e quindi protettrice degli agricoltori.
Dopo le vostre escursioni a Selinunte godetevi un po’ di riposo sulle spiagge di Marinella di Selinunte o Triscina di Selinunte, frazioni di Castelvetrano.