Pantalica
Identificata con l’antica città sicula di Hybla, costruita da popolazioni insediate in Sicilia prima dell’arrivo dei greci, il territorio di Pantalica ospita la Necropoli più grande dell’area del Mediterraneo, con oltre cinquemila tombe e piccole grotte artificiali scavate nel profondo dei costoni. Si trova su un altopiano in provincia di Siracusa, contornato dai canyon scavati dai fiumi Anapo e Calcinara, e, insieme con il centro storico del capoluogo, rientra a far parte dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Inoltre è parte della Riserva naturale orientata Pantalica, Valle dell’Anapo e Torrente Cava Grande. Gli scavi archeologici furono iniziati da Paolo Orsi, archeologo che molto operò in Sicilia, ed ha il merito di aver riportato alla luce incredibili testimonianze della millenaria storia siciliana.
Verso la metà del XIII sec. a.C. i Sicani, stanziati sulla fascia costiera, si spostarono nell’entroterra poiché le coste, aperte alle scorrerie di Siculi e altri popoli italici, non erano più sicure. Scelsero la zona di Pantalica: una valle difesa naturalmente, stretta tra due gole profonde scavate dal fiume Anapo e dal Cavagrande. Pantalica, insediamento pre-greco durato duemila anni, ha avuto una fase bizantina, durante la quale è stata luogo di culto e insediamento urbano: le popolazioni fuggivano nell’entroterra sempre di più per proteggersi dalle incursioni prima dei barbari, poi dei pirati e poi degli Arabi. La successiva presenza araba segna la fine della civiltà di Pantalica, che in seguito sarà nota come la città dei morti.
E in effetti sono le tombe a dominare il paesaggio di Pantalica: oltre cinquemila, distribuite in quattro principali necropoli: la più vasta è quella Nord, con tombe del XII-XI secolo a.c., poi una delle più antiche è quella di Nord-Ovest; quella di Filiporto, che si trova sulla conca dell’Anapo, presenta tombe risalenti all’ultima fase di Pantalica antica, ovvero i secoli dal IX al VIII a.c.; infine citiamo la Necropoli della Cavetta, che vede anche abitazioni dell’era bizantina. L’unica testimonianza di costruzione non rupestre del complesso è data dai resti dell’Anaktoron, probabilmente una reggia fortificata che imitava, chiaramente, i palazzi che ancora oggi si possono ammirare a Micene, e fu edificato probabilmente intorno ai secoli XII-XI a.c., e poi rimaneggiato in epoca bizantina.
Ancora oggi, poi, è possibile osservare in questo suggestivo luogo antiche abitazioni che furono scavate nella nuda roccia nel periodo bizantino; inoltre sono degne di nota le grotte del Crocifisso, di San Micidiario e di San Nicolicchio.
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[…] Sicilia dalla preistoria ai nostri giorni, si trova sulla costa sudorientale della regione. Con la necropoli di Pantalica che si trova vicino alla città è stata definita Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO […]
[…] fu abitato ben da prima del Medioevo, come testimonia l’incredibile complesso delle Necropoli di Pantalica. In questo piccolo e tranquillo paesino immerso nella quiete degli Iblei vi consigliamo di vedere […]