Avola
La bella Avola si affaccia sul mar Ionio, più precisamente sul Golfo di Noto, in provincia di Siracusa. Conosciuta per l’eccellente qualità della sua mandorla e della pasticceria, è nota anche per la pianta esagonale del centro storico: “Città nuova di geometrica armonia, di vie dritte, d’ariose piazze, d’architettura di luce e di fantasia” come dice Vincenzo Consolo, saggista e scrittore siciliano.
La storia di Avola ha radici antiche, da indentificarsi probabilmente con Hybla major, antica città Sicana che sorgeva nella zona, occupata poi dai Siculi intorno al secolo XIII/XII a.c. – Hybla era una dea venerata sia da Siculi che da Sicani, e viene ricondotta nella mitologia greca ad Afrodite. Molti reperti risalenti al periodo della dominazione sicula sono stati ritrovati nella vicina Cava Grande del Cassibile: nelle tombe sono stati rinvenuti oggetti e suppellettili di vario genere. La città fu poi dominata dai Greci, e anch’essa finì sotto il potere del tiranno siracusano Dionisio durante le Guerre del Peloponneso; dopo la prima Guerra Punica del III secolo a.c. la città passò ai Romani. L’antico splendore di Hybla Major andò perdendosi con la decadenza dell’Impero Romano ed i saccheggiamenti successivi dei Vandali. Seguirono i Bizantini e gli Arabi; il nuovo centro abitato sorse probabilmente nel periodo delle dominazioni Sveva o Normanna, e prese a svilupparsi ulteriormente con gli Aragonesi.
Il terribile terremoto che colpì la Val di Noto nel 1693 distrusse la cittadina, che sorgeva, ancora, sulle colline degli Iblei. La popolazione si spostò verso la costa e vi rifondò Avola: il Principe Nicolò Pignatelli D’Aragona affidò il progetto del centro urbano a un architetto gesuita, padre Angelo Italia. L’assetto urbanistico progettato e poi realizzato, che è lo stesso osservabile ora, si distingueva per la struttura razionale e geometrica del prospetto, a pianta centrica. Nei secoli successivi furono eretti palazzi civili e religiosi che abbellirono la nuova Avola, e agli inizi del Novecento comparvero anche molti villini liberty, secondo lo stile imperante in quel periodo in tutta la Sicilia.
Tra i monumenti che ci preme citare e che meritano indubbiamente una visita durante un’escursione ad Avola, sicuramente da vedere è la Chiesa Madre, risalente al XVII/XVIII secolo e realizzata in stile tardo-barocco, da un progetto di padre Angelo Italia. Si tratta a tutti gli effetti di un edificio incompiuto rispetto al progetto originale, che prevedeva cinque navate mentre ne sono in realtà state realizzate tre. Splendido, nella facciata, il portale centrale, ma anche il sagrato prospicente l’edificio con una bella scalinata e quattro statue realizzate con pietra calcarea. Belle anche la Chiesa della Badia, parte di un più ampio complesso architettonico che includeva un convento, con un interno riccamente decorato di stucchi, affreschi e dipinti, e la Chiesa di Santa Venera, patrona della città, luminosa e dalle linee eleganti e barocche.
A Santa Venera è dedicata la celebrazione dell’ultima domenica di luglio; in questa città la Santa è particolarmente amata e venerata anche per via della presenza, nei dintorni del luogo in cui la donna si ritirava in preghiera, la Grotta di Santa Venera.
La fama di Avola è comunque dovuta, oltre alle attrazioni turistiche di tipo artistico e monumentale, ai suoi prodotti tipici: la mandorla Pizzuta d’Avola è un presidio slow food, particolare varietà molto apprezzata ed utilizzata molto in pasticceria: pasta di mandorle, torte, biscotti e l’ottimo latte di mandorla. Dalla città prende il nome anche il celeberrimo Nero D’Avola, vino rosso coltivato ormai in tutta la Sicilia e anche in alcune zone della California e dell’Australia, esportato in tutto il mondo.
Nei dintorni di Avola, è possibile trovare testimonianze di Avola Antica sul monte Aquilone, oltre ai resti di una villa romana sul lungomare e la Riserva Naturale Orientata di Cava Grande del Cassibile.
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[…] acque. I tanti laghetti limpidi sono accessibili tramite la Scala Cruci, che si trova nei pressi di Avola […]