Kamarina
Kamarina fu l’unica colonia di Siracusa ad avere un suo sviluppo indipendente dalla madrepatria. E ha origini antichissime: risale ai primissimi anni del VI secolo a.c.. Fondata dai Siracusani, si trovava su un promontorio compreso tra i fiumi Oanis ed Ippari, pertanto molto fertile. Divenne, infatti, presto molto sviluppata e con una fiorente economia: al punto da rivaleggiare contro Siracusa stessa. Distrutta dagli stessi siracusani, fu poi ricostruita e rifiorì di nuovo nel commercio e nell’agricoltura, e fu interessata dalle Guerre del Peloponneso. Furono gli Arabi a distruggerla definitivamente, dopo un periodo di dominazione romana, nell’827.
Nel IXI secolo ebbero inizio gli importantissimi scavi archeologici diretti da Paolo Orsi, che ne condusse diversi in tutta la Sicilia. Gli scavi hanno messo in luce, in particolare, i resti delle mura cittadine, una torre del V secolo a. C. rifatta nel IV secolo a. C., un sacrario di Atena, una vasta necropoli. E’ tuttora possibile intuire l’assetto urbano della città, con resti di pavimentazioni e fondamenta di antiche case. Molti reperti si trovano oggi nel Museo di Siracusa.
Ecco dunque cosa è possibile trovare nel Museo Archeologico Regionale di Camarina: è suddiviso in tre padiglioni, il Padiglione subacqueo, il Padiglione est e il Padiglione ovest. La sala dedicata all’archeologia subacquea presenta reperti trovati durante le ricerche dei recenti anni Novanta, come anfore, lucerne ed elmi dei soldati – in particolare un elmo corinzio molto raro. Si trovano anche statuette raffiguranti divinità greche, monete ed oggetti vari da cucina. Nel Padiglione Est il tema è la preistoria: i reperti che si trovano qui risalgono in particolare all’età del bronzo, e sono ad esempio strumenti per la pesca o legati comunque all’ittica, o corredi funebri rinvenuti nelle necropoli, anfore dipinte. Una parte del padiglione poi è dedicata ai culti greci: nella Sala del Tempio di Atena si possono vedere le fondamenta della costruzione che la suddividono in tre diversi ambienti; è inoltre possibile vedere statuette derivanti dal santuario di Demetra e Kore che fu riportato alla luce da Paolo Orsi. Il Padiglione ovest racconta la storia di Kamarina dopo la ricostruzione, in età classica (a partire quindi dal V secolo a.c.) in cui è possibile capire la struttura dell’agorà, lo spazio pubblico.