Sclafani Bagni
Sull’omonima roccia incorniciato da un paesaggio variegato – collina, montagna, dirupi, valli, pendii e grotte sconosciute, sorge Sclafani Bagni, in provincia di Palermo. All’entrata ecco il Castello Grande e il Castelletto, ingresso del paesino con la Porta Soprana, dal quale partono scalinate e strade tortuose che salgono e scendono e portano alle case, prismi a spigolo vivo su cui si aprono piccole finestre e piccole porte. I suoi angoli, vicoli e straduzze mostrano scorci di paesaggio che affascinano ogni volta chiunque abbia la possibilità di farne esperienza. L’acqua “miracolosa” del luogo fu, per molto tempo, fonte importante per le Terme che sono ormai, tuttavia, inattive.
Sono molti gli storici che condividono l’ipotesi di un’origine del paese precedente rispetto alle prime notizie tangibili che ne abbiamo, risalenti all’anno 938 durante la dominazione musulmana della zona. Alcuni addirittura fanno derivare il nome Sclafani da un antico tempio greco dedicato ad Esculapio, del quale tuttavia non esistono prove tangibili. Indubbiamente fu dominato dai Normanni nel periodo medievale, come del resto tutta l’area. Al periodo medievale risale naturalmente il castello, che fu ampliato durante i secoli successivi che videro anche l’aggiunta di una cinta muraria; il centro abitato si sviluppò intorno all’edificio castellare.
Nel periodo tardo-medievale assunsero grande importanza a Sclafani le confraternite, in particolare quella di San Giacomo e quella di San Filippo (legate alle omonime chiese): la loro importanza si tradusse in particolare al contributo economico da queste fornito per la costruzione di edifici e monumenti quali la bella Chiesa Madre.
A valle del centro abitato si trova lo stabilimento termale che fu realizzato a metà dell’Ottocento e poi pochi anni dopo ricostruito in seguito ad una frana. Le proprietà curative dell’acqua, già note in tempi precedenti, venivano sfruttate per curare l’intestino oltre a problemi di natura ossea e cutanea.
Le feste più tradizionali ancora celebrate e sentite sono la festa di San Giuseppe e quella dell’Ecce homo. In onore di San Giuseppe si tiene una suggestiva fiaccolata in preparazione della festa vera e propria, durante la quale si allestiscono dei banchetti (detti virgineddi) ai quali tutti possono partecipare, in forma di ex voto, che vengono benedetti ed allestiti con piatti tipici quali pasta e fagioli o riso con lenticchie, frittura di finocchietti selvatici, broccoli, carciofi e baccalà, frittelle dolci e le famosissime sfincie di San Giuseppe. La festa dell’Ecce Homo è invece la festa patronale che si tiene generalmente verso la fine di giugno, e che raccoglie a Sclafani molti visitatori e anche tanti originari del paese che vivono altrove e vi tornano per celebrare la festa e ritrovare parenti e amici: la processione della statua dell’Ecce Homo è molto affascinante e sentita, e tra la fatica dei portatori della pesante vara, le urla inneggianti e la devozione e partecipazione degli abitanti, sembra davvero di trovarsi in un’altra epoca.