Piana degli Albanesi
Piana degli Albanesi sorge su una collina vicina alla città di Palermo, al di sotto della quale vi è una conca, culla di un lago artificiale. Le fanno da contorno quattro maestose montagne, zone di rilievo naturalistico come la Grotta del Garrone e lo splendido panorama dai mille toni verdastri della Riserva Naturale Orientata Serre della Pizzuta. L’intero territorio è ricchissimo in flora e fauna ed offre paesaggi davvero unici, tra il lago, il mare in lontananza, le montagne ed il verde degli alberi.
La città fu fondata intorno alla metà del XV secolo da esuli di origine greco-albanese, fuggiti dalle loro terre d’origine per via dell’invasione araba che minacciava il culto cristiano. La particolare mescolanza di etnia, oltre all’amore per la madrepatria ma anche per la terra che li accolse, è stata incredibilmente mantenuta nel tempo e tradotta in produzioni artistiche e culturali, attività sempre fiorente a Hora e Arbereshevet (nome albanese della città). L’identità etnica perdura nel tempo grazie al mantenimento delle usanze e della lingua (tutti, in città, parlano correntemente l’Albanese, che può essere facilmente trovato anche su nomi di vie e negozi), oltre, ad esempio, agli abiti ricchi di ricami e decorazioni delle donne.
Il patrimonio artistico-monumentale ha influenze barocche e bizantine, ed il centro storico ha un impianto spiccatamente tardo-medievale e risalente al Cinquecento e al Seicento. Molte sono le viuzze strette e le scalinate che collegano abitazioni e corti; la Piazza Grande è il centro della socialità e anche delle manifestazioni culturali e delle sagre. La maggior parte dei monumenti e degli edifici più interessanti sono stati realizzati nel XVI e XVII secolo, mantenendo i caratteri dell’arte bizantina e compenetrandoli con quella barocca e rinascimentale. Da vedere, in particolare, la Chiesa di S.Maria Odigitria, che fu realizzata nel 1488 a breve distanza dal centro abitato, ai piedi di Monte Pizzuta. La leggenda vuole che i sacerdoti albanesi giunti in queste terre portassero con sè il quadro dedicato alla Vergine, che appoggiarono ad un masso mentre cercavano di individuare il luogo più adatto per costruire le loro case. Una volta rimosso il quadro si accorsero che questo aveva lasciato la sua impronta sul masso, e lo considerarono un segno divino che li invitava a stanziarsi in quella zona. La lapide che ricorda queste vicende si trova all’interno della Chiesa, che custodisce inoltre una raffigurazione su tela della Madonna Odigitria realizzata dal Novelli, monrealese. La Cattedrale di Piana è intitolata a San Demetrio Megalomartire e risale al 1498. Al suo interno resta conservata la più grande iconostasi in legno di tutta la Sicilia, il cui spazio occupa tutte e tre le absidi. La chiesa fu più volte rimaneggiata e modificata durante i secoli, e durante la ricostruzione che avvenne nel Seicento fu il Novelli ad affrescare le absidi. I ricchi interni contengono inoltre diverse statue ed affreschi di pregevole fattura, in particolare un’icona risalente al Cinquecento di scuola senese raffigurante la Madre con il Cristo.
Sono molte anche le fontane disseminate per tutto il paese, di ottima fattura e realizzate con pietra locale, testimonianza storica dell’arte ma anche del sistema idrico e della socialità della cittadina, i cui abitanti si riunivano intorno alle fontane per scambiarsi informazioni e chiacchierare.
A poco distanza da Piana degli Albanesi sorge una necropoli paleocristiana, denominata Pirama, che risale probabilmente al periodo tardo-romano e si trova in contrada Sant’Agata. La scoperta di tale necropoli, che va ad aggiungersi al ricco patrimonio artistico, storico e culturale di questa città davvero unica, è molto recente: risale al 1988, ed è tuttora in corso.
Singolare è la Festa della Pasqua: all’ingresso del paese due pianesi, in costume tipico albanese, accolgono i visitatori regalando delle uova colorate. A Carnevale la Sagra del Cannolo attira visitatori da ogni parte della Sicilia e non solo, venuti a gustare questo inconfondibile simbolo della cucina siciliana. Il cannolo di Piana, poi, è particolarmente celebre per la sua bontà e per il mistero della sua ricetta, gelosamente custodita dai pasticceri del luogo.
Il prodotto tipico per eccellenza, oltre al cannolo, è il pane: quello di Piana degli Albanesi è molto famoso per la sua bontà e genuinità, lavorato secondo tradizioni antiche e lievitato naturalmente. Piatti tipici sono poi dei particolari gnocchi fatti a mano che si mangiano con un condimento di pomodoro e abbondante basilico.
Oltre al turismo, una delle principali risorse economiche è l’agricoltura: prodotti quali cereali, vino, frutta e formaggi sono qui davvero deliziosi, forti degli ampi territori dedicati alla coltivazione ed alla pastorizia e dell’ottimo clima del luogo. L’artigianato vede una fiorente attività di produzione di icone, la cui tradizione si perde nei secoli, oltre all’oreficeria ed all’arte del mosaico; il mantenimento delle tradizioni della cultura albanese ha poi consentito lo sviluppo costante nel tempo dell’arte del ricamo, che orna e decora i particolari costumi femminili.