Le ville di Palermo: residenze e giardini
L’architettura civile di Palermo offre molte pregevoli testimonianze dei diversi stili e correnti artistiche che si sono succedute nella storia della città; le differenti dominazioni hanno lasciato, anche sotto questo aspetto, numerosi segni che contribuiscono a delineare il carattere ibrido e variegato del capoluogo.
In particolare, sono molte le ville che testimoniano soprattutto il fiorente stile liberty e l’architettura Art Nouveau diffuse nei secoli scorsi, in particolare dal XVIII secolo in poi, con un picco all’inizio del Novecento – in contemporanea con l’opera del grande architetto Ernesto Basile. Si tratta di ambienti per la maggior parte immersi nel grande e complesso tessuto urbano, ma caratterizzati dalla tranquillità dei giardini che ospitano – a testimoniare la volontà dei nobili di trascorrere il loro tempo in una città splendida come quella di Palermo, pur conservando i benefici della calma e del silenzio. Molti di questi edifici sono diventati sede di fondazioni, musei ed eventi culturali. Il periodo di maggior sviluppo e diffusione delle ville risale al Settecento; collegate da viali alberati, sentieri fioriti, giardini e boschi, costituivano una vera e propria rete che circondava la città.
Uno dei più noti e pregevoli esempi di residenza nobiliare è indubbiamente la Zisa, la cui costruzione, di chiara matrice araba, risale addirittura al XII secolo – iniziata sotto il regno di Guglielmo I e terminata dal suo successore, Guglielmo II “il buono”. Nei secoli a seguire l’edificio fu oggetto di diversi ampliamenti e restauri; al giorno d’oggi ospita il Museo di Arte Islamica, ma fino a quando non divenne proprietà dello Stato fu utilizzata come residenza estiva dai sovrani che ne entrarono in possesso – ragione per cui è stata inserita in questa piccola guida, anche se in realtà ci si riferisce alla Zisa come “castello” piuttosto che come “villa”. Il palazzo si sviluppa su due piani, e la sua struttura architettonica evidenzia la sua destinazione a dimora estiva: la posizione (è rivolta a nord-est, verso il mare, per sfruttare le brezze marine notturne tramite i fornici sulla facciata), la collocazione interna degli ambienti e il sistema per la circolazione dell’aria sono tutti espedienti sapientemente messi a punto per sfruttare e incentivare il fresco della corrente e dei venti, anche tramite l’umidificazione grazie a bacini d’acqua. Nella realizzazione dell’edificio domina la simmetria, che è sottolineata anche dai giardini antistanti la costruzione, nel territorio che prima era il parco di caccia, inaugurati nel 2005 – molto interessanti per il sistema di vasche e canali di acqua che intendono ricreare il canale antico, arrivando fino alla sala della fontana all’interno del palazzo e mantenendo, in questo modo, freschi gli spazi interiori. Dodici percorsi pedonali, ai due lati delle vasche d’acqua, creano dei quadranti coltivati con vegetazione caratteristica della macchia mediterranea.
Nei pressi della Zisa, in viale Regina Margherita, si trova poi quello che è considerato, anche a livello europeo, uno dei più esemplari capolavori dell’Art Nouveau: il Villino Florio all’Olivuzza, risalente all’inizio del Ventesimo secolo, tra i primi edifici in stile liberty in Italia, ad opera dell’architetto Ernesto Basile. Anche questa villa è circondata da un magnifico giardino, ed è di particolare interesse per via della capacità del suo creatore di tradurre in architettura il carattere cosmopolita di Vincenzo Florio, il ricco committente amante del viaggio: il villino è infatti costituito da colonnine romaniche, da superfici in stile barocco e da capriate tipiche degli stili più nordici e così via, con il risultato di creare un ibrido originale ed eclettico.
Lasciando il quartiere della Zisa e ritornando verso il centro, attraversando via Dante, si incontra un’altra villa, questa risalente alla fine dell’Ottocento: Villa Malfitano Whitaker, sede della Fondazione Whitaker, nata per favorire lo sviluppo di attività culturali nella regione. Lo stile dell’edificio va dal neorinascimentale al liberty, e al suo interno presenta stanze finemente decorate – una delle più splendide è la “sala dell’estate”, con pregevoli affreschi di Ettore de Maria Bergler. La Fondazione custodisce tutt’ora una vasta e interessante collezione di oggetti d’arte ed antiquariato che Giuseppe Whitaker raccolse durante i suoi viaggi, tra cui una collezione di arazzi fiamminghi del Cinquecento. Famosi sono, poi, i “leoni di Villa Malfitano”, statue scolpite da Mario Rutelli e poste all’ingresso. L’entrata, su via Dante, è costituita da un’imponente cancellata dalla quale si accede ad un giardino coltivato all’inglese: il verde di Villa Malfitano si estende per circa sette ettari, e vi si trovano piante rare (alcune originarie addirittura di Sumatra) e un vivaio con circa 150 differenti esemplari di orchidea. Nella parte opposta a quella che dà su via Dante il giardino è invece curato all’italiana: dominano quindi simmetrie e geometria.
Nel cuore della città, in piazza San Francesco di Paola (vicino al teatro Politeama) si trova Villa Filippina, costruita nel 1755 e recentemente restaurata e restituita alla città nel suo splendore: il suo magnifico chiostro, sotto i cui portici si trovano dipinti risalenti al XVIII secolo, delimita quello che è stato uno dei primi giardini della città, con una fontana in pietra di Billiemi, che in estate diventa teatro di rassegne cinematografiche ed eventi culturali.
Magnifico è poi il giardino di Villa Giulia, edificato verso la fine del Settecento, che si trova tra via Lincoln e il Foro Italico, al limite del quartiere della Kalsa e accanto all’orto botanico della città. Si tratta di uno spazio dalla forma perfettamente quadrata, suddiviso in altri quattro quadrati a loro volta divisi dalle loro diagonali. Quattro splendide esedre in stile pompeiano abbelliscono lo spazio circolare centrale, in cui si trova un dodecaedro in marmo con un orologio solare per ogni faccia, che si trova al centro di una fontana circolare, sostenuta dalla statua di un uomo accovacciato. L’ingresso utilizzato, su via Lincoln, non è comparabile alla maestosità dell’ingresso monumentale di fronte al Foro, che resta però sempre chiuso: in stile neoclassico e risalente al XVIII secolo con imponenti colonne doriche. All’interno di Villa Giulia si trovano molte sculture in marmo, tra le quali sicuramente la più famosa è quella del Genio di Palermo ad opera di Ignazio Marabitti, risalente al 1778, che intende rappresentare lo splendore e le virtù della città.
La Casena dei Trabia alle Terre Rosse, che i palermitani conoscono come Villa Trabia, fu edificata intorno alla metà del Settecento all’interno di un parco che ora si presenta come molto simile ad un orto botanico per le tante specie di piante che ospita; diviso in due parti, collegate da un ponte in stile barocco, in estate ospita spesso eventi soprattutto destinati al popolo giovane. La villa è in stile classico, e si compone di un corpo centrale e due ali laterali con una piccola corte, al centro della quale è situato l’ingresso all’edificio, che dà su via Salinas. Ad oggi vi si trovano una biblioteca civica, molto utilizzata dagli studenti universitari come ambiente per lo studio, una videoteca ed una sezione staccata del Comune di Palermo; sono molti, poi, coloro che decidono di trascorrere mattinate e pomeriggi assolati (è possibile accedervi dalle 8 alle 19) passeggiando per il parco e riposando all’ombra dei suoi alberi.
In uno stile molto diverso ma altrettanto affascinante è stata realizzata su commissione di Ferdinando IV di Borbone, nel 1799, la Palazzina Cinese (anche chiamata Casina Cinese), che si trova accanto al parco della Favorita. Il sovrano aveva acquistato un’abitazione in legno in stile cinese, e Giuseppe Venanzio Marvuglia realizzò la palazzina mantenendone i tratti orientali: la struttura centrale, ad esempio, è sovrastata da un tetto a pagoda. Le sale interne del seminterrato sono decorate da Velasquez e, al piano superiore, il salone dei ricevimenti è in stile cinese così come lo è la volta della camera da letto del Re. Il giardino sul retro ospita il tempietto cinese, realizzato da Giuseppe Patricolo.
Grazie al sopracitato architetto Ernesto Basile, uno degli esponenti di spicco dell’Art Nouveau a livello mondiale, e ai suoi allievi, la zona di via Libertà si riempì, all’inizio del Ventesimo secolo, di ville in stile liberty. Lo stesso Basile realizzò inoltre, su commissione della famiglia Florio, la Villa Igiea, divenuta albergo 5 stelle nella belle époque e tuttora hotel di lusso nella borgata dell’Acquasanta; alle sue spalle il Monte Pellegrino, di fronte la costa e nelle vicinanze la tonnara Florio, altro famoso edificio in stile liberty.
Sono molte le belle ville e i villini che abbelliscono e decorano una città nella quale l’architettura civile offre grandi capolavori al visitatore: il consiglio è quello di passeggiare per via Libertà (ma non solo) e ammirare gli edifici, simboli di un fiorente e prosperoso periodo storico della città.
Articolo a cura di Fiorella Rizzà
6 Responses
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[…] davvero imperdibile con il suo splendido giardino – maggiori informazioni sulla nostra guida alle ville di Palermo. Accanto alla villa poi, salendo su via Lincoln, si trova l’Orto Botanico della città, […]