Collesano
Le origini di Collesano, paese in provincia di Palermo, su un’area collinare compresa nel Parco delle Madonie, sono incerte: molti le attribuiscono agli arabi. Il nome deriva da Golisano, dato dai Normanni per indicare l’antico centro arabo QAL’AT AS-SIRAT (rocca sulla retta via), i cui resti si trovano sul Monte D’oro, sulla sommità del quale sorse il primo nucleo abitativo. Fu Ruggero II di Sicilia a distruggerlo in seguito ad una ribellione, e in seguito il paese fu riedificato nell’area in cui si trova al giorno d’oggi.
Architettura e opere d’arte racchiuse nella basilica minore di S. Pietro, consacrata nel 1548: conserva splendide tavole ed affreschi con le storie di San Pietro e Paolo ad opera dello Zoppo di Gangi, oltre ad un notevole organo e un imponente e maestoso tabernacolo la cui realizzazione è stata attribuita al Gagini. Molto bella anche la Chiesa dell’Annunziata nuova, che custodisce un pregevole gruppo marmoreo risalente al Cinquecento e un sarcofago del Quattrocento che conserva le spoglie di nobili dell’epoca. Il castello normanno fu gravemente distrutto dal terremoto del 1693, restano alcuni ruderi in via di recupero.
Ciò che caratterizza in particolar modo Collesano, ai giorni nostri, è la presenza di fiere di bestiame e attrezzi agricoli oltre che la produzione di grano, olive e uva. Il paese inoltre ospita il Museo interamente dedicato alla Targa Florio, competizione automobilistica molto antica e celebre in Sicilia, che passava dal paese.
Molte sono le feste tradizionali e folkloristiche del paese, durante le quali i visitatori potranno gustare le delizie per il palato tipiche del luogo: “Ghiotta”, “pizzi cu l’ovu”, “Tutù e catalani”. Le più importanti manifestazioni sono la Cerca del Venerdì Santo, dall’antica tradizione della Sacra Rappresentazione, che prevede la messa in scena della via Crucis nel paese ed è seguita, la sera, dalla processione “Morti e Passioni” a cui partecipa ogni confraternita; la festa di Maria SS. dei Miracoli, che è la patrona di Collesano, festeggiata il 26 giugno con una processione; la tradizione vuole poi che il Giovedì santo ogni chiesa allestisca dei suggestivi sepolcri, e si svolge il rito della lavanda dei piedi.