Addaura
Complesso di grotte ad una decina di km da Palermo, l’Addaura deriva il suo nome da una flessione dialettale del termine originario “alloro”. Si trova sul tratto di lungomare che dal centro del borgo marinaro di Mondello costeggia Monte Pellegrino ed arriva al capoluogo, e vi si arriva passando da via dei Cantieri e, superato l’hotel Villa Igiea, percorrendo il lungomare Cristoforo Colombo – oppure attraversando il parco della Favorita. Il mare blu di quest’area può essere visitato grazie agli scivoli che conducono ai fondali ricchi di anfratti.
La zona dell’Addaura è la parte della metropoli di Palermo che può vantare la più antica storia, essendo stata abitata fin dal Paleolitico e Mesolitico: in una delle grotte, infatti, sono state scoperte incisioni paleolitiche con figure umane e animali. Sul fianco nord-orientale di Montepellegrino si trovano le tre grotte in cui sono state rinvenute queste incredibili testimonianze della presenza umana in tempi così antichi: ossa e strumenti che venivano usati per la caccia e sono ora conservati al Museo Archeologico di Palermo. Ma sono le incisioni rupestri l’elemento più straordinario, databili tra l’età Epigravettiana e Mesolitica. Vi sono raffigurati uomini ed animali di diverse specie (cavalli, cervi, bovini); gli uomini sono al centro, e due figure sono in posizione particolarmente centrale, sulle quali sono diverse le ipotesi che tentano di comprendere la loro identità – acrobati intenti a compiere le loro evoluzioni o vittime sacrificali? In ogni caso quello delle grotte dell’Addaura è un caso unico nell’ambito delle incisioni paleolitiche per lo stile della rappresentazione, per l’attenzione alla “scenografia” raffigurata che la rendono particolarmente differente rispetto a tutti gli altri esemplari di arte paleolitica del bacino del Mediterraneo.
Curioso è il modo in cui tali grotte con reperti di inestimabile valore sono state scoperte, ovvero del tutto casualmente: gli Alleati sbarcati in Sicilia nel 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale, avevano destinato il luogo a deposito per le munizioni e gli esplosivi, e fu solo per via di un’esplosione che disintegrò le pareti della grotta principale che i graffiti furono portati alla luce.