Milazzo
Chiamata anche “Città del Capo” per la sua connotazione fisica, Milazzo, in provincia di Messina, è una città d’arte distinta in tre nuclei: il Borgo, sulla cui sommità svetta il Castello, la città nuova e la città murata. Importanti sono le necropoli dell’età del bronzo e del periodo greco-arcaico che suscitano notevole interesse per i rinvenimenti di anfore e di modelli fittili di imbarcazioni con rematori, che per la rilevanza storico-artistica sono stati esposti nella “IV Rassegna di Archeologia Subacquea” di Giardini Naxos.
Esteso su un’area di oltre sette ettari, il Castello di Milazzo è indubbiamente il monumento più importante della città. La sua origine è probabilmente araba, ma fu poi potenziato durante le dominazioni normanna e sveva, che interessarono Milazzo come del resto tutta la regione. Nel periodo neolitico sull’area in cui il Castello sorge è la sopracitata necropoli a testimoniare la presenza umana; in età classica, invece, la zona ospitava l’acropoli. A partire dal XVII secolo vi fu edificata la Cattedrale, ad oggi sconsacrata.
Notevoli edifici civili sono la Villa Vaccarino, realizzata in stile liberty, e il Palazzo d’Amico; la piana di Milazzo è, in generale, punteggiata da molte pregevoli ville padronali.
La Storia ricorda questa città per la Battaglia di Milazzo del 1860 tra i Borboni e i Garibaldini. Due curiosità su questa battaglia: una palla di cannone borbonico andò a colpire il muro del lato destro della chiesa di San Francesco di Paola, che non si distrusse – anzi, ancora oggi la palla si trova conficcata nel punto in cui colpì la chiesa; altra curiosità, questa non accertata storicamente, riguarda Giuseppe Garibaldi in persona, che pare si sedette sulla scalinata della chiesa di Santa Maria Maggiore per mangiare pane e cipolle (quartiere di Vaccarella).