Messina
Situata sulla costa occidentale dello stretto omonimo (già menzionato da Omero nella sua Odissea con i mostri Scilla e Cariddi), Messina costituisce la “porta della Sicilia“. La sua vicinanza alla penisola calabrese per la quale è l’anello delle comunicazioni terrestri tra il Continente ed il resto dell’isola, e più ancora per l’invidiabile posizione del suo ampio porto, situato sul punto centrale del Mediterraneo, tra lo Ionio ed il Tirreno, fanno di questa città un importantissimo scalo naturale.
Il suo nome più antico è Zancle, chiamata così dai Greci che la fondarono nel VII sec a.C., e possiede senza dubbio uno degli scenari più belli al mondo nonché una straordinaria ricchezza d’arte, di civiltà e di tradizioni. Dopo i Greci fu occupata dai Romani (che la chiamarono Messana, nome che i Bizantini cambiarono in Messina), dai Normanni, dagli Svevi, dagli Angioini e dagli Aragonesi, sviluppandosi e arricchendosi in importanza sempre di più grazie al suo porto in posizione strategica e al suo status di Capitale del Regno di Sicilia, insieme a Palermo. Per secoli fu seconda solo a Napoli in quanto a ricchezza e prosperità tra le città del Mediterraneo; fu inglobata nel Regno d’Italia nel 1860. La prima metà del Novecento vide Messina gravemente danneggiata prima da un forte terremoto nel 1908 e poi dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Il centro di Messina è Piazza Duomo, abbellita dalla fontana di Orione a forma di piramide opera del Montorsoli, discepolo di Michelangelo, costituita da quattro vasche dentro le quali versano acqua dalle anfore quattro statue maschili che rappresentano i fiumi del Nilo, Tevere, Ebro e Camaro. Nella stessa piazza, si erge il Duomo (Basilica Cattedrale Protometropolitana) dedicato alla Madonna della Lettera e famoso per il campanile con l’orologio, il più grande e complesso al mondo per il notevole numero degli automi e la varietà dei cinematismi che consentono il movimento di ogni singolo manufatto che comprende: un leone, un gallo, le eroine messinesi Dina e Clarenza, il Santuario di Montalto e la Madonna della Lettera, protettrice e simbolo della città. Campanile e Duomo furono più volte modificati e ricostruiti in seguito a danneggiamenti causati dai terremoti; il campanile così come si presenta oggi alla vista fu realizzato nel 1908. L’organo del Duomo di Messina è secondo, in Italia, solo a quello del Duomo di Milano.
Da segnalare è anche la Chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani, considerata la massima espressione, in Sicilia, dell’arte araba e normanna: vi si fondono perfettamente questi due stili, oltre a quello bizantino e romanico, e ne risulta un edificio davvero magnifico; da visitare sono inoltre i ruderi della Chiesa dedicata a S. Maria d’Alemanna, importanti perché rappresentano uno dei pochi esempi di arte gotica ancora in buono stato di conservazione.
Il terremoto di Messina del 1908 fu uno dei più catastrofici sismi del Ventesimo secolo. Gran parte della città fu distrutta, e furono ingenti le perdite tra i civili. La ricostruzione della città fu realizzata con l’aiuto di numerosi architetti ed ingegneri figli delle innovazioni e delle correnti del tempo, che furono così espressi in modo particolarmente eclettico nell’architettura della nuova Messina: allo stile eclettico si combinò il liberty, dando origine ad un particolare ed unico complesso ibrido artistico che oggi è ancora possibile ammirare, dove le bombe della Seconda Guerra Mondiale non hanno provveduto a cancellare anche questi sforzi. In stile neoclassico è Palazzo Zanca, e risale al 1929 la Galleria Vittorio Emanuele III, che costituisce uno dei pochi, ad oggi, elementi architettonici realizzati in ferro nel Sud Italia (insieme con la Galleria Umberto I di Napoli): riccamente decorata e di grande suggestione. Parzialmente risparmiato dal terribile sisma fu il Teatro Vittorio Emanuele II, inaugurato nel 1852, e con una decorazione del soffitto ad opera del Guttuso.
Oltre alla Fontana di Orione, il Montorsoli realizzò la mirabile Fontana del Nettuno, splendida opera monumentale del Cinquecento che si trova in piazza Unità d’Italia. La divinità, nell’assetto originale di quest’opera, teneva incatenati i terribili mostri Scilla e Cariddi, le cui statue sono ora conservate nel Museo Regionale.
Chi entra a Messina via nave viene accolto dalla statua della Madonna della Lettera, con la scritta “Vos et Ipsam Civitatem benedicimus” (Benediciamo voi e la vostra città) che, secondo le Sacre Scritture, è la frase che la Madonna scrisse su un foglio arrotolato e sigillato con una ciocca dei suoi capelli e inviò alla città di Messina. Il 3 giugno viene celebrata la festa della Madonna della Lettera, durante la quale la statua in argento della Vergine viene portata in processione. La festa più importante di Messina è tuttavia quella di Ferragosto, durante la quale moltissimi cittadini vestiti di bianco e a piedi scalzi portano in processione una Vara, struttura trionfale costruita nel 1535 per la prima volta, che raffigura i momenti dell’Assunzione della Vergine. Si tratta di una delle processioni religiose più imponenti della Sicilia, che richiama ogni anno centinaia di migliaia di fedeli.
Oltre al turismo e al terziario, l’agricoltura è un’importante risorsa economica della città e della provincia: è fiorente la produzione di agrumi, olive ed ottima uva utilizzata per ottimi vini; durante la vostra visita a Messina, poi, non mancate di assaggiare le specialità culinarie: piatti a base di pesce, gli arancini e le sfogliatelle, e per dolce la pignolata, originariamente dolce di Carnevale ma oggi prodotto tutto l’anno – piccole pigne con burro, farina e uova ricoperte di glassa, bianca se al limone e nera se al cioccolato.
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