Torna a casa Pandino! La storia di una grande avventura finita (quasi) bene
Da Palermo a Pechino col Pandino, non è il titolo di un film d’animazione siculo-cinese, ma è un’idea matta di due ragazzi siciliani con la passione per le avventure e i viaggi. Nata in una notte di mezz’estate alla Taverna Azzurra, storico bar di Palermo, e animata dalla forte voglia di esplorare altri lidi, l’idea diventa subito concreta e si trasforma in epica realtà. Da Palermo a Pechino col Pandino è la storia di un viaggio vero, organizzato da Giovanni Cipolla, ingegnere chimico originario di Aragona e da Francesco Ponzio, ingegnere nucleare dalle origini pantesche. Una terza ragazza si unirà successivamente a loro, la palermitana Silvia Calcavecchio, che ha scelto sin dall’inizio di proseguire l’avventura fino all’Uzbekistan.
OBIETTIVO INIZIALE da Palermo a Pechino:
40 giorni previsti
11 stati da visitare
15 mila km da percorrere.
L’impresa spopola subito su instagram e la pagina a_pechino_col_pandino, ideata dai ragazzi per raccontare la loro impresa, raggiunge più di 80 mila follower in pochissimi giorni. Il viaggio comincia da Palermo, partenza simbolica dalla storica Taverna Azzurra in Vucciria (video), che ha sponsorizzato il viaggio offrendo ai ragazzi il mitico mezzo: un pandino, rigorosamente azzurro. La scelta del mezzo e della modalità del viaggio non sono casuali, i ragazzi in questione sono animati dall’amore per i viaggi atipici, ricchi di imprevisti e soprattutto lenti, che permettono di scoprire fino a fondo l’anima dei luoghi, per gustare sapientemente ogni momento del tragitto. Cosa importa davvero a questi ragazzi è il viaggio inteso nella sua essenza più romantica, esperienza unica in grado di far sentire vivi, che mette alla prova e insegna. Un viaggio dunque non solo esplorazione e scoperta di nuovi luoghi, ma soprattutto dal valore spirituale e con l’obiettivo di conoscere meglio sé stessi. In questo modo il pandino non è più un oggetto, un semplice mezzo di trasporto, ma un mezzo attraverso il quale vivere una delle esperienze più caratterizzanti della propria vita.
Saranno riusciti i nostri eroi nell’impresa ardua di raggiungere la tanto desiderata meta?
Solo Giovanni riesce ad arrivare (quasi) a destinazione, ma la severa burocrazia cinese non gli permette di importare il pandino, ed è quindi bloccato a confine fra Mongolia e Cina. Questo episodio non frena l’entusiasmo dell’esploratore siciliano che lancia una campagna crowfunding su GoFoundMe chiamata Torna a casa Pandino e finalizzata al ritorno in madre patria della panda 4×4. La raccolta fondi nasce dall’esigenza di coprire le spese le numerose spese da affrontare per il viaggio del ritorno, fra le quali carburante, visti, dogane, assicurazioni e ostelli. La raccolta fondi è iniziata due giorni fa è ha riscosso un rumoroso successo: hanno partecipato un totale di 890 persone e ad oggi sono stati raccolti 6791 €, più del doppio della cifra richiesta inizialmente da Giovanni, 2500€. La somma eccedente sarà utilizzata per la pubblicazione di un libro documentario con le foto e le testimonianze del viaggio.
L’esperienza di “A Pechino col Pandino” ci insegna che i sogni, a volte, non conoscono le distanze e i chilometri per essere realizzati.