Fonte Ciane
La Fonte del fiume Ciane, sulle cui rive cresce spontaneamente il papiro, deve il suo nome (il greco Cyanos, ovvero verde-azzurro) ad una leggenda: la ninfa Ciane, legata ad Anapo (nome anch’esso destinato ad un fiume siciliano), era stata punita da Ade (Plutone), dio degli inferi, e trasformata in sorgente perché da lei accusato di aver rapito Persefone (Proserpina) intenta a raccogliere fiori sulle rive del lago di Pergusa. La trasformazione è stata splendidamente raccontata da Ovidio nelle Metamorfosi: “forti lamenti si levano dalla bocca di Ciane e un mare di lacrime inonda il suo volto, le sue ossa diventano flebili, le unghie perdono la loro durezza, i capelli, le gambe e i piedi si trasformano incredibilmente in acqua gelida, il suo dorso, i suoi fianchi, il suo seno scorrono a lungo sino a perdersi nelle acque increspate del mare”.
Oggi la zona della fonte è una Riserva Naturale Orientata regionale, ad un chilometro dalla città di Siracusa, che si sviluppa dalle copiose sorgenti del fiume Ciane, a 10 km dalla costa, fino alla foce in comune con il fiume Anapo. Zona umida, meta di uccelli migratori e luogo di nidificazione per molte specie, presenta lungo la costa antichi impianti di produzione del sale, oggi in abbandono, che ospitano in inverno una ricca avifauna di passaggio.
La foce del Ciane è il punto ideale di partenza per un’escursione in barca volta a risalire un tratto del corso d’acqua. Appena “salpati” si giunge in vista del Porto Grande di Siracusa per poi proseguire lungo un tratto ove la vegetazione è ricca di canne, frassini secolari ed eucaliptus. Poi, oltre una chiusa, ci si immerge in una rigogliosissima “folla” di papiri che si china sull’acqua. Pare che il papiro sia arrivato fin qui dall’Egitto nel III secolo a.c., quando alcune piante furono inviate in dono a Gerone II. Cresce ora spontaneo e protetto.
Nei dintorni tanti agrumeti, e naturalmente le rovine Greche di Siracusa.