Castello di Donnafugata
Ed eccoci ad un bellissimo castello che si trova a pochi chilometri da Ragusa, capoluogo di provincia. In realtà, ciò che si vede oggi è una sfarzosa residenza nobiliare di fine Ottocento, e non un maniero medievale. Fin da lontano la costruzione colpisce per la sua sontuosità negli esterni in stile neogotico, coronati da due torri ai lati della facciata. La bellezza scenografica di questa costruzione l’ha reso più volte set favorito di produzioni cinematografiche.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il nome del castello non è legato alla storia di una fanciulla che fugge, ma deriva dall’espressione araba “Ayn as Jafat“, che significa “fonte della salute“. I siciliani decisero di tradurre quest’espressione nel siciliano Ronnafuata, e poi questa parola si modificò fino a raggiungere la forma attuale. Naturalmente è sorta una leggenda intorno a questo nome: tale leggenda vuole che il conte Bernardo Cabrera avesse rinchiuso nel castello la regina Bianca di Navarra, rimasta vedova, poichè aspirava a sposarla diventando così sovrano: la regina sarebbe dunque riuscita a scappare, dando così origine al nome Donnafugata.
Le origini del castello risalgono al XIV secolo: probabilmente realizzato dai Chiaramonte, fu forse in seguito residenza del suddetto Bernardo Cabrera, dato del quale tuttavia non esistono prove storiche, ma solo racconti e leggende. Quello che è certo è che nel 1648 fu Vincenzo Arezzo La Rocca ad acquistare questo grande feudo; la parte più consistente dell’edificio è però da attribuirsi al suo discendente, il barone Corrado Arezzo De Spuches. Il castello è stato acquistato dal comune di Ragusa nel 1982, e dopo un intensivo restauro è stato restituito al territorio ed ai molti turisti che lo visitano.
Il castello è circondato da un grande parco in cui si trovano alcune distrazioni che dovevano divertire gli ospiti, come il tempietto di forma circolare al di sotto del quale si trovano grotte artificiali che presentano addirittura finte stalattiti, o il labirinto in pietra, particolarmente suggestivo e realizzato secondo la tipica costruzione dell’intero territorio ragusano del muretto a secco.
L’edificio castellare conta tre piani e più di centoventi stanze, ciascuna arredata con diversi stili e deputata a diverse funzioni; è possibile oggi visitare il Piano Nobile del castello, così da ammirare le insegne nobiliari delle grandi famiglie siciliane dipinte alle pareti. Segnaliamo la Stanza della Musica, che vanta al suo interno splendidi dipinti “trompe l’oeil”, la pinacoteca con i suoi preziosi quadri, il Salone degli Specchi e i preziosi mobili Boulle che arredano l’appartamento del vescovo.