Carini
Carini sorge alle pendici del Monte Saraceno, in provincia di Palermo (nei pressi dell’aeroporto di Punta Raisi), nelle vicinanze dell’antica Iccara, di origine greca e distrutta durante le Guerre del Peloponneso di cui ci narra Tucidide. Furono i Romani a ricostruirla, e gli Arabi a cambiarne il nome in Qarinis.
Vi sorge il castello dei Chiaramonte (XII secolo), che presenta nella sua architettura elementi arabi e normanni. Molto bello è il tabernacolo in legno presente nella Cappella, risalente al Seicento, con splendide colonne in stile corinzio. In legno è anche il soffitto del salone delle feste al primo piano, a cassettoni, decorato con scritte allegoriche, stemmi nobiliari e salmi in onore della Madonna: classico esempio di stile Quattrocentesco. Il castello divenne in particolar modo famoso per via di un avvenimento drammatico: il barone Don Cesare Lanza di Trabia del castello uccise la figlia, Laura Lanza di Trabia, e il suo amante, un cavaliere della casata opposta. La vicenda fu subito messa a tacere dalle casate nobiliari, e fu solo nell’Ottocento che venne alla luce grazie ad uno storico che ricostruì il fatto tramite i racconti tramandati dai cantastorie. Al fatto di sangue del 1503, s’ispira un poemetto dal titolo ”La baronessa di Carini”, e la leggenda vuole che al ricorrere dell’anniversario di questo drammatico episodio, sul muro della stanza in cui il delitto fu commesso compaia l’impronta della mano insanguinata della baronessa.
Oltre al castello è da non perdere la Chiesa Madre dedicata a Maria Assunta, con interni settecenteschi suddivisi in tre navate che sono separate da due doppi colonnati; l’interno è oltretutto ricco di decorazioni, stucchi ed affreschi. Accanto al duomo sorge l’Oratorio della Compagnia del Santissimo Sacramento, splendida testimonianza dell’arte dello stucco decorativo della scuola di Giacomo Serpotta, con magnifiche statue a ogni angolo raffiguranti le otto virtù e altre decorazioni che raffigurano diversi momenti dell’Eucarestia.
Molti sono i turisti che in estate popolano la città e si recano nelle tante spiagge di Carini, tanto che la popolazione nella bella stagione raddoppia. Interessanti sono le celebrazoni pasquali: particolarmente suggestiva è la processione del Venerdì Santo, in cui l’urna del Cristo morto e la statua dell’Addolorata sono portate a spalla dai membri della Congregazione dei 33. Per un’ora circa la vara viene fatta dondolare in maniera particolarmente suggestiva per trasportarla nel tratto di strada che va da Corso Umberto alla chiesa del Rosario. La Domenica delle Palme, invece, prevede una via Crucis realizzata non da attori ma da semplici abitanti di Carini.
L’agricoltura nella zona è piuttosto fiorente e le coltivazioni principali sono agrumi, grano, olivo e vite.