Savoca
Savoca è un piccolo borgo che si trova arroccato in cima ad un colle roccioso, la “Rocca di Pentefur”, ed è stato inserito tra i borghi più belli d’Italia per gli incantevoli scorci che offre al visitatore. Il paese è sempre stato un centro agricolo, con produzione di agrumi, uva, frutta in generale, mandorle, olive ma anche allevamento di bovini, suini, capre. Al giorno d’oggi l’economia sfrutta ancora molto l’agricoltura, ma Savoca diventa sempre più una interessante meta turistica.
La zona ha restituito tracce di presenza umana già in età preistorica, ma fu all’epoca delle prime incursioni barbariche contro l’Impero Romano che la zona di Savoca iniziò a popolarsi: le invasioni dei barbari rendevano le zone più pianeggianti meno sicure, e le popolazioni si spostavano verso la montagna: il primo nucleo abitativo si chiamò Pentefur, ed è così che ancora si chiama il quartiere del centro storico, dove è ancora possibile vedere i resti del Castello Saraceno. La leggenda vuole invece che il paese fosse fondato da cinque ladroni (pente significa cinque in Greco, e fur significa ladrone in Latino) fuggiti dal carcere di Taormina, allora Tauromoenium. Il nome Savoca deriva invece dalla denominazione del paese da parte degli Arabi, che la chiamarono Kalat Zabut, rocca del sambuco, che qui cresce in abbondanza. I Normanni, poi, utilizzarono il nome latino Sàbuca (sambuco). Furono inoltre i Normanni a dotare la città di mura e di due portali di accesso, uno dei quali è ancora oggi visibile.
Il Castello di Pentefur, situato in posizione strategica in cima alla rocca, risale probabilmente al periodo tardo-romano o bizantino, e fu in seguito ampliato e modificato sia dagli Arabi che dai Normanni, diventando il centro del potere della zona per secoli. Decadde, in particolar modo, dopo il terremoto del 1693 che lo danneggiò parecchio, e da allora in poi venne man mano definitivamente abbandonato. Resta tuttavia un suggestivo luogo da visitare, anche per godere dello splendido panorama.
Savoca è inoltre conosciuta per la chiesa di S. Lucia, nota grazie al celebre film “Il Padrino”; qui infatti furono girate le scene riguardanti le nozze tra Michel Corleone e Apollonia. Celebre è anche il Bar Vitelli, che è stato oggetto di diverse scene e che oggi espone al suo interno molte testimonianze, anche fotografiche, della lavorazione del film. Un piccolo museo che vale la pena di visitare e che si trova al piano terra del Palazzo Trimarchi, pregevole edificio Settecentesco in stile neoclassico.
Per l’architettura religiosa ricordiamo anche la Chiesa Matrice, dedicata a Santa Maria in Cielo Assunta, la cui prima edificazione risale al 1130 dai Normanni. Presenta un interessante miscuglio di stili, dal momento che il portale centrale è spiccatamente rinascimentale, ma al suo interno si possono trovare affreschi dallo stile bizantino; tuttavia, anche all’interno, è lo stile rinascimentale a prevalere, come si vede dall’abside con affreschi seicenteschi; notevoli, poi, il soffitto a capriate quattrocentesco e la cattedra lignea.
Cosa mangiare a Savoca? Indubbiamente in tutta la Sicilia, e in particolare in provincia di Messina, potete gustare la granita al limone… Ma solo a Savoca vi sarà servita con la zuccarata, un biscotto croccante tipico del luogo, guarnito con semi di sesamo!
Piatto di origine greca è invece è la “carni di crastu ‘nfurnata“, ovvero carne di castrato (o pecora) al forno insaporito con timo, origano, rosmarino, salvia e molte altre spezie e cotto per tre ore su tegole di terracotta in un forno a legna.
Le più importanti festività sono la Passione di Cristo, rappresentazione scenica che ha luogo la Domenica delle Palme e a Pasqua ed è stata da pochi anni introdotta, e la festa di Santa Lucia, patrona della città, che viene organizzata dalla Confraternita di Santa Lucia e prevede una coinvolgente rappresentazione del martirio alla quale partecipa tutto il paese.